Il rumore è un suono irregolare, casuale, non periodico, disordinato e tagliente. Il concetto di rumore è abitualmente associato a fenomeni naturali come il tuono, l’eruzione di un vulcano, la pioggia scrosciante, la caduta di un sasso o il grido di un animale. Una vibrazione sonora inattesa, fuori contesto, contiene delle informazioni e porta alla soglia del reale nozioni contrastanti. Il rumore disturba le linee rette, le forme regolari e ha il potere di rendere i perimetri curvi, spigolosi, incontrollabili in una intermittenza priva di canoni. Lo sviluppo di concetti obliqui avviene spesso in seguito a un accadimento non programmato. Qualcosa che era sempre stato classificato come marginale e scomodo diventa, attraverso un impulso accidentale, il punto di origine di un processo. Il rumore è allo stesso modo distruttivo e generativo. Il frastuono ha la caratteristica di scalfire la superficie, di ferire la pelle delle cose e di scoperchiare i flussi sotterranei. I suoni inaspettati cambiano i colori della realtà in un batter d’occhio. Il fare artistico è per me l’imbattersi regolarmente in una visione inizialmente ordinata, preconfezionata e confortevole che viene improvvisamente soverchiata da voci fuori campo, le quali scombinano il conosciuto ed aprono dirupi poco rassicuranti. Il rumore è qualcosa di primordiale, estraneo e familiare allo stesso tempo, che crea tumulto, caos, incognita e di conseguenza scolpisce gli scalini nella roccia della ricerca.