Mi capita spesso di attraversare il nostro Paese su un treno ad alta velocità, spostandomi di città in città per motivi lavorativi. Amo molto quel tempo sospeso nel quale mi perdo tra le pagine di un libro o seguo il fluire dei miei pensieri ascoltando la musica. Spesso guardo fuori dal finestrino il mutare del paesaggio, le luci delle città e dei piccoli paesi arroccati sui colli nel centro Italia, le persone, piccole come formiche, le strade e le lunghe distese di campi. Di quelle visioni in movimento rimangono solo dei piccoli frammenti, delle sagome che compaiono e scompaiono un po’ come in un quadro futurista dove i diversi piani della visione si compenetrano e mescolano nella velocità del movimento. Ho imparato che ogni luogo è un intreccio di narrazioni, di diversi mondi, relazioni, speranze, aspettative, esperienze e ricordi. Nella frenesia e nel viavai delle persone che attraversano la città, queste narrazioni incrociano ogni giorno il nostro sguardo ma, troppo spesso, non le vediamo/ascoltiamo. La «vita segreta delle città» è la vita delle persone in condizioni di vulnerabilità, dei migranti, della gente in movimento ma anche dei bambini e delle bambine le cui voci vengono spesso ignorate. Radici è il luogo, fisico e non, dove queste narrazioni non ufficiali si incontrano e dove tutte queste storie vengono legittimate ed ascoltate. Insieme alle bambine e ai bambini abbiamo creato un’aula dove l’esperienza ha consentito a tutti e tutte «di rivendicare una forma di conoscenza di cui poter parlare». Una classe vista come comunità di apprendimento, luogo libero d’incontro di diverse voci che dialogano tra di loro e con il mondo che le circonda. La mappa valorizza le relazioni significative dei bambini e delle bambine con alcuni luoghi, con i servizi presenti sul territorio, il loro rapporto con la scuola, con i luoghi di incontro/socializzazione, di gioco e con il patrimonio naturale e culturale. Vi invitiamo a perdervi tra le strade della città di Codroipo (UD), seguendo il racconto dei bambini e delle bambine: dal piccolo albero che si trova vicino al cortile della scuola, alla biblioteca dove «non manca proprio nulla», dal profumo delle ciambelle e delle castagne durante la Fiera di San Simone fino al parco Parco delle Risorgive, con la ragnatela dove «ci si può arrampicare sempre spericolatamente». Dalla città ai paesi di provincia, dove le radici dei bambini e delle bambine sono nate o arrivate da molto lontano. La mappa racconta anche l’esperienza della pandemia attraverso lo sguardo ed i racconti dei bambini e delle bambine, la difficoltà di vivere l’isolamento forzato ed il distanziamento fisico dagli affetti e dai compagni e dalle compagne. Uno sguardo che ha spinto i/le più piccoli/e ad immaginare anche cosa vorrebbero cambiare o introdurre nella loro città/paese, nella scuola, nei servizi a loro dedicati, in un viaggio tra un immaginario museo di Van Gogh, Monet e Cézanne e un grande skatepark. Come ci ha insegnato bell hooks, la «classe» rimane «lo spazio delle opportunità», dove essere liberi e libere di trasgredire.
[Curator • Educator expert in educational planning for Cultural Institutions and complex socio-cultural environments • Producer]
[2021]
[Roots]