Le Costellazioni Sotterranee
Ogni città ha una sua propria identità, un carattere non solo socio-culturale di aggregazione, ma anche una forma urbanistica, cartografica e territoriale che la rende indistinguibile da ogni altra.
Nonostante la differenza intrinseca che ogni città porta con sé, a partire dal principale fattore, ovvero dalla sua posizione geografica, c’è un tipo di mappa che accomuna alcune delle città del mondo, ed è la mappa della metropolitana.
Nata come mezzo di trasporto di massa, veloce e rapido, la metropolitana si estende per la maggior parte sotto la superficie terrestre in km di tunnel sotterranei nascosti e a noi pressoché invisibili. Possiamo prenderne visione solo dall’interno, ovvero percorrendoli, ma l’unica traccia visibile di questo intricato percorso labirintico, avviene attraverso la cartografia di mappe stilizzate a cui, per fornirci maggior aiuto nell’orientamento, sono stati assegnati colori vivaci e sgargianti che difficilmente si possono dimenticare.
Proprio questo carattere di non visibilità e nascondimento ha permesso lo svilupparsi di una vera e propria iconografia urbana, tant’è che molti designer ne hanno con il tempo modificato il logo, rendendo le mappe di varie città metropolitane sempre più simili tra loro e annullando così il loro carattere identitario.
La mancanza di reciprocità tra lo sviluppo urbano di una città al di sopra della superficie e al di sotto di essa e l’assenza di una corrispondenza tra l’estensione fisica e storica di questi due livelli, dovuta forse alla corsa economica e politica più che alla risoluzione definitiva di una rete di trasporti pubblici, ha reso le mappe della metropolitana dei simboli della nostra epoca.
Certo è che se il cielo notturno da un lato è sempre stato il punto di partenza per permettere di orientarci e farci da guida non solo fisicamente ma anche spiritualmente, il sotterraneo per contro, ci ha sempre creato timore, forse perché in esso perdiamo la nostra capacità di orientarci, eppure, in entrambi, ciò che appare evidente in primo luogo è il fattore oscurità.
Spesso in passato collegato alla morte e agli inferi, il “mondo di sotto” oggigiorno si è tramutato nella “strada più veloce per arrivare a casa”. Oramai nelle grandi città, il sottosuolo si è popolato di viaggiatori e viandanti, strabordanti da città sovraccariche, freneticamente desiderosi di un arrivo, come segnali neuronali in continuo spostamento.
Proprio come un sistema neuronale, o le radici di una pianta, il nostro sistema di trasporto è in continua espansione, tant’è che, probabilmente mentre scrivo questo testo, una nuova linea ha appena inaugurato in chissà quale città del mondo.
Una crescita continua, lenta ma instancabile, che germoglia pari passo al bisogno della popolazione e all’economia del paese. In un mondo ideale un’unica linea potrebbe collegarci tutti, in un eterno filo colorato attraverso cui sarebbe possibile raggiungere qualsiasi punto sulla terra, viaggiando però nascosti sotto la sua superficie. E noi, passeggeri con gli occhi socchiusi e in un buio quasi trascendentale, varcheremo quel tunnel spazio-temporale tra qualche anno, magari, alla velocità della luce.
Disegno così le mie mappe ipotetiche, quelle di un mondo invisibile, quello sotterraneo, che appare più simile ad un nascosto sistema neuronale fatto di nodi e connessioni contorte, piuttosto che a una rete di trasporti e in cui la distanza tra le varie identità urbane si annulla, diventando un unico agglomerato metropolitano color arcobaleno: Le Costellazioni Sotterranee.